«Roma riscopra il suo fiume, anima e simbolo nel tempo della città, e scopra la rete di vita che il fiume alimenta; un ecosistema unico che merita attenzione e tutela. Che merita non cemento, ma un parco fluviale da Castel Giubileo a Tor di Valle». Lo dichiara Annamaria Procacci, consigliere nazionale di Enpa, in merito alla questione del destino dell'ansa del Tevere, a Tor di Valle, sui cui vincoli oggi interviene Italia nostra, e – più in generale – sulle scelte relative alla tutela del fiume della Capitale, troppe volte dimenticato e trascurato.
«Lungo le sponde del nostro fiume – prosegue Procacci – vive una ricchissima avifauna; esemplari protetti dalla direttiva europea 43/92 Habitat, se non addirittura particolarmente protetti, dalla legge nazionale n 157/92 sulla tutela della fauna selvatica. Falco Pellegrino, Nibbio Bruno, Airone Bianco Maggiore, Albanella Reale, Usignolo di fiume, Pendolino, Forapaglie, Upupa, Martin Pescatore, Frullino … popolazioni naturali che le politiche internazionali sulla biodiversità ci impongono di tutelare, nella crisi sempre più forte delle specie. Un declino che è sotto gli occhi di tutti e che gli esponenti politici dovrebbero affrontare subito».
Una politica per il fiume, dunque, è quello che l'Ente Nazionale Protezione Animali chiede, con un vincolo di tutela rappresentato dal parco fluviale. «Siamo consapevoli della straordinaria funzione del Tevere: quella di naturale corridoio ecologico per le specie durante le migrazioni, dunque di fondamentale elemento per la riproduzione dell'avifauna, nell'ambito di quella rete ecologica che da sempre è invocata per permettere il perpetuarsi della vita della biodiversità. E il fiume, la sua accessibilità ai selvatici è la possibilità stessa di vita. Un'ansa fluviale rappresenta un'area di impaludamento spontaneo, importantissima per gli uccelli acquatici svernanti. Del resto, anche l'Autorità di Bacino nel 2009 aveva segnalato la necessità di guardare con particolare attenzione al fiume in area urbana, da Castel Giubileo alla foce, ed in generale alle zone umide. E' quello che oggi chiediamo per Roma, quello che sin dal 2008 fu tradotto in un bel progetto di parco fluviale voluto dall'allora municipio XII -assessore all'ambiente Matilde Spadaro- curato dal WWF per l'area di Tor di Valle, che prevedeva un intervento di riqualificazione complessiva, e che non può più essere rimandato».
